Ideologie e fanatismo: quando scienza, buonsenso e logica vengono ignorati in nome di un’ “idea”

fanatismoImmagine tratta dal Web

 

Sono incappato in un articolo di un biologo che a leggerlo mi sono venuti i brividi.

Non solo per i contenuti, ma più per i processi mentali che ci devono essere alla base di simili argomentazioni, processi mentali che, applicati ad altri contesti, diventano pericolosi.

Di cosa stiamo parlando? Di addestramento del cane, di clicker training!

Ebbene sì, come sempre, quando ci si rinchiude nelle ideologie, si scade nell’estremismo ed è sempre pericoloso.

Questo articolo, scritto da un biologo “animalista e antispecista”, parla della “liberazione della mente animale” e sostiene che l’addestramento farebbe “rientrare la mente animale in catene di sfruttamenti, abusi e morti invisibili, invisibili anche a chi contrasta le forme di antispecismo più evidente e che paradossalmente spesso diventa specista nel campo dell’addestramento animale.”.

La tesi di questo biologo è che l’addestramento ingabbierebbe la mente del cane e sarebbe dunque una forma di violenza e sfruttamento.

L’autore ritiene che molte persone “antispeciste”, ovvero che rifiutano una superiorità di una specie animale rispetto ad un’altra, spesso anche sostenitori della causa, alla fine spesso si ritrovano ad avere compagni che magari stanno facendo fare una sessione di clicker training al proprio cane, e quindi si domanda in questo processo di consapevolezza antispecista come mai, ad esempio, uno strumento invasivo come il clicker e che dovrebbe essere messo al bando insieme a tutto il behaviorismo, trova poco interesse nella battaglia di liberazione animale?”

Per chi ha frequentato i corsi di formazione o è del settore, sa che cos’è il behaviourismo o comportamentismo, e per chi ha seguito i miei corsi o letto il mio libro sa bene quanto ho già cercato di smontare questa assurda guerra fra comportamentisti e cognitivisti, guerra fondata su basi inesistenti da ogni punto di vista e anche un famoso e pluripremiato ricercatore americano, Brian Hare, che si occupa proprio dello studio delle capacità cognitive del cane, in uno dei suoi libri conferma l’assurdità di questa contrapposizione.

Qui, con questo articolo, temo si sia arrivati ad un estremismo ancora più radicale e per questo ancora più pericoloso.

Si mette in discussione, anzi, si attacca frontalmente l’addestramento descrivendolo come qualcosa di negativo. Lo si fa sulla base di ideologie, ignorando l’etologia e la storia evolutiva del cane che gli etologi che studiano questa specie, e sono pochi noi citiamo Vilmos Csànyi, definiscono un ANIMALE ARTIFICIALE in quanto creato dall’uomo.

L’articolo recita “L’antispecismo può e deve porsi la questione dell’addestramento animale, non può nicchiare su esso o viaggiare a doppio binario del tipo: sono vegano e vesto cruelty-free per motivi antispecisti, poi oggi pomeriggio vado a fare una gara di obedience gentile con il mio cane o di dressage naturale con il mio cavallo. Non hanno neanche senso tutte quelle bizzarre giustificazioni relate ai discorsi sulla domesticazione, che sembrano far derivare gli animali domestici da costole umane…”.

Quello che però noi sappiamo è che il cane si evoluto dal lupo. Il rapporto con l’uomo nasce da uno sfruttamento reciproco: trovare cibo dall’uomo è più conveniente che andare a caccia e, in cambio, nel corso dei millenni, il lupo diventato cane ha imparato ad aiutare l’uomo, a collaborare con lui, avendo così una vita più semplice dei suoi antenati costretti ancora a cacciare e infine, nel passare dei secoli, l’uomo ha creato le razze canine, razze che per la gran parte NECESSITANO proprio in seguito a questa selezione, di svolgere un lavoro.

Non ci sono basi etologiche su quanto scrive questo autore ma, noi lo sappiamo, non c’è alcun riscontro nemmeno nella nostra vita quotidiana perché tutti noi vediamo la felicità dei nostri cani quando lavoriamo e le espressioni annoiate e tristi quando per qualche motivo non possiamo farlo.

Non solo, chi di noi lavora anche come educatore sa bene quanti problemi comportamentali siano legati ad una mancanza di attività e quindi di addestramento volto ad aumentare le competenze ed indirizzare gli istinti del cane.

Non c’è teoria antispecista che possa evitare che un Border cresciuto con la “mente libera” non finisca per indirizzare il suo istinto predatorio verso biciclette, auto o motorini, a meno che non si finisca per tenere il cane chiuso in casa o in giardino immaginandoci che così sia felice e soddisfatto.

Dopo aver letto quell’articolo, ancora di più sostengo la pericolosità delle ideologie che quasi inevitabilmente finiscono, quelle sì, per ingabbiare le menti ma non quelle dei cani ma delle persone. Si creano regole (e spesso purtroppo leggi!), non più sulla base di prove scientifiche, di buonsenso o di logica, ma si resta ingabbiati nell’idea e si vede il mondo sempre attraverso questa gabbia e, il problema grosso, è che le ideologie, come la storia ci insegna, fanno facilmente presa sulle persone.

Mi auguro che il buonsenso e l’etologia prevalgano perché è brutto vedere cani infelici e insoddisfatti, che si sentono letteralmente inutili perché il loro amico umano in nome di una “idea” ha deciso di non insegnare loro nulla, di lasciarli inabili e incapaci di collaborare. Ancora più brutto è quando questi animali sviluppano problemi comportamentali e diventa orribile quando a causa dei problemi sviluppati finiscono in canile o ancora peggio soppressi.

“Il fanatismo è l’unica via d’uscita per i dubbi che non cessano mai di incalzare l’animo dell’essere umano.”
Paulo Coelho